lunedì 16 ottobre 2017

Federica Bosco: Ci vediamo un giorno di questi



Autore: Federica Bosco
Titolo: Ci vediamo un giorno di questi
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa
Data di pubblicazione: settembre 2017
Pagine: 310

SINOSSI
Quando l’amicizia è infinita come il mare 

A volte per far nascere un’amicizia senza fine basta un biscotto condiviso nel cortile della scuola. Così è stato per Ludovica e Caterina, che da quel giorno sono diventate come sorelle. Sorelle che non potrebbero essere più diverse l’una dall’altra. Caterina è un vulcano di energia, non conosce cosa sia la paura. Per Ludovica la paura è una parola tatuata a fuoco nella sua vita e sul suo cuore. Nessuno spazio per il rischio, solo scelte sempre uguali. Anno dopo anno, mentre Caterina trascina Ludovica alle feste, lei cerca di introdurre un po’ di responsabilità nei giorni dell’amica dominati dal caos. Un’equazione perfetta. Un’unione senza ombre dall’infanzia alla maturità, attraverso l’adolescenza, fino a giungere a quel punto della vita in cui Ludovica si rende conto che la sua vita è impacchettata e precisa come un trolley della Ryanair, per evitare sorprese al check-in, un muro costruito meticolosamente che la protegge dagli urti della vita: lavoro in banca, fidanzato storico, niente figli, nel tentativo di arginare le onde. Eppure non esiste un muro così alto da proteggerci dalle curve del destino. Dalla vita che a volte fortifica, distrugge, cambia. E, inaspettatamente, travolge. Dopo un’esistenza passata da Ludovica a vivere della luce emanata dalla vitalità di Caterina, ora è quest’ultima che ha bisogno di lei. Ora è Caterina a chiederle il regalo più grande. Quello di slacciare le funi che saldano la barca al porto e lasciarsi andare al mare aperto, dove tutto è pericoloso, inatteso, imprevisto. Ma inevitabilmente sorprendente.
Federica Bosco è una delle scrittrici italiane più amate. Un’autrice da un milione di copie vendute. Ogni suo libro domina le classifiche e riceve il plauso della stampa. In questo nuovo romanzo supera sé stessa riuscendo nel compito che solo i narratori più autentici e grandi riescono ad assolvere: ci parla di noi. Ci vediamo un giorno di questi racconta l’amore ma anche il dolore, racconta le mille sfaccettature dell’animo umano. Racconta l’amicizia più forte e più variegata, l’amicizia più fragile ma anche più duratura: quella tra donne.
«Federica Bosco con i suoi bestseller ha venduto un milione di copie.»
Donna Moderna

«Federica Bosco è una scrittrice ironica e intelligente.»
Grazia

Ci sono storie che non lasciano niente. Storie che si dimenticano.
Poi ci sono storie che emozionano. Storie che vorresti non finissero mai.
Questa è un romanzo meraviglioso e commovente. Un romanzo che scava dentro di noi. Un romanzo che non si può dimenticare…
Un’amicizia nata per caso.
Due bambine differenti: l’alfa e l’omega, Yin e Yang, il giorno e la notte, l’esuberanza e l’anonimato.
Uso le parole dell’autrice, così capirete meglio.

“Non c’era niente che ci accomunasse:
lei aveva assoluta fiducia nel prossimo,
io diffidavo anche della mia stessa ombra;
 lei brillava come un faro,
io al massimo come una lucciola;
lei era l’anima della festa,
io la tappezzeria beige”.

Cate e Ludo: due amiche, due sorelle, due anime gemelle, due opposti che si attraggono, due pezzi di puzzle che si incastrano perfettamente pur essendo diversi.
Ludovica è la voce narrante. Lei è quella ragionevole, ordinaria, pignola, precisa, rigida….
Cate, invece, è un vulcano, un fiume in piena, una sovversiva, una ribelle, una che affronta la vita a morsi e non si arrende mai…

“I suoi treni non conoscevano binari morti, arrivavano tutti a destinazione”.

Quest’amicizia nata tra i banchi di scuola, è una fonte di luce per la nostra Ludo. In Cate trova tutto quello che lei non sarà mai. E Cate, in lei, trova la sicurezza, la stabilità, l’equilibrio che le manca.
Quest’amicizia è molto forte. Indistruttibile. Eppure, a volte, capita di dire una parola di troppo, un urlo più forte, una cattiveria che si poteva risparmiare… basta poco per far esplodere tutta la loro diversità. Quelle parole di poco prima diventano silenzi. Lunghi. Interminabili. Assordanti.
Cate, dopo un litigio, parte. Ritorna dopo un anno, ed è come se fosse andata via il giorno prima. Tutto ritorna al suo posto, ma con una persona in più: è incinta.
Intanto Ludo ha continuato la sua grigia e ordinaria esistenza. Conosce Paolo, un collega. La loro è una storia non-storia. Una relazione un po’ di comodo, molto piatta e monotona ma rassicurante.
Il ritorno di Cate e la nascita di Gabriel, intaccano un po’ la sua non-storia con Paolo.
A un certo punto, la furia si scatena per via un prestito… da qui parte la vicenda.
Se per vent’anni Paolo è rimasto in sordina, tessendo una tela invisibile e spietata, adesso è il momento di iniziare le manipolazioni, i ricatti velati, il “ti amavo” improvviso che mette in discussione tutta la vita passata, presente e futura di Ludovica.

“Non era stata una litigata di quelle che poi fai pace,
piangi e giuri che non succederà più.
Era un precedente di quelli che dopo ti muovi fra le mine,
stando attenta a dove metti i piedi per non saltare in aria”.

Ludo inizia a sentirsi divisa tra i sentimenti e i sensi di colpa. Si trova in mezzo a due affetti che non riesce a equilibrare o amalgamare, perché Paolo e Cate sono incompatibili. Si trova in una situazione in cui tutti hanno ragione e torto insieme. Dove basta una parola sbagliata per ribaltare tutto, insinuare il dubbio, giudicare e condannare.
Ludo non vuole litigare con Paolo, ma non vuole nemmeno rinunciare Cate e Gabriel. Si trova in una situazione perversa che non ha via d’uscita.

“Sapevano che Paolo era diventato aggressivo,
sapevano che si comportava male con me,
sapevano che mi manipolava,
e lo sapevano solo perché volevano bene a me
e mi avevano vista appassire giorno dopo giorno,
come solo un amore tossico riesce a ridurti”.

Tutta la storia gira intorno a quest’amicizia che si consolida negli anni, nonostante i litigi, le partenze e i ritorni, le urla e i silenzi, le incomprensioni e i tarli insinuati per creare scompiglio. Non c’è niente che possa separare veramente Ludo e Cate. Non c’è niente che l’una non farebbe per l’altra e viceversa. Una cosa è certa: nel momento del bisogno, ci sono sempre.
La scrittura ipnotica, riesce a catturare il lettore fin dalle prime frasi. L’autrice riesce ad alleggerire alcune situazioni con brevi battute che ti strappano un sorriso, smorzando l’atmosfera austera di certi argomenti dolorosi. È capace di mettere un sorriso, lì dove un attimo prima batteva il cuore dalla commozione. Il tempismo perfetto.
C’è qualcosa di magico, nostalgico e introspettivo in questo romanzo.
C’è un messaggio non detto o forse, talmente urlato da sfuggire.
Io ho colto questo: Non prendere le persone per scontate, domani potrebbe essere troppo tardi.
Ci sono dolori, rimpianti, rimorsi che nascono dalle cose non dette, non fatte. Dagli abbracci mancati, dalle telefonate arrivate troppo tardi, dai sorrisi persi per strada, dai saluti che non riceveremo più, dalla nostra assenza. Allora rimangono i ricordi. Teniamo vivi quelli belli… e perdoniamoci.
Leggete, leggete, leggete questo romanzo. Amerete Ludo e Cate, probabilmente vi mancheranno, ma loro sono lì, tra le pagine di questo libro. Loro sono accanto a voi, cercatele tra le persone che amate.
Consigliatissimo.







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